L’Italia smarrita che ci fanno vedere non è figlia unica, la sorella l’ho vista ad Aliano, al festival della paesologia ideato da Franco Arminio: La luna e i calanchi.
Una sorella che parla meno ma dice di più, studia e legge per dare agli altri e non per farsi dire brava o in cambio di un gettone, vive nel piccolo, sa ancora praticare un convivio che dialoga e mangia insieme, resiste all’umanità in monodosi, rimette in circolo il baratto, ti abbraccia la solitudine come fosse sua.
Ho registrato ore di conversazioni dal festival e dalla vita di paese che presto tradurrò in reportage (e anche in newsletter, iscrivetevi da questo sito): se intanto volete intuire l’Italia di cui abbiamo bisogno, Franco Arminio, Domenico Iannacone e Andrea Di Consoli possono essere un ponte.
Lo smarrimento che il piccolo e la vicinanza siano perdenti ce lo faranno sentire sempre, tocca resistere. L’altro ieri, mentre una signora su un balcone affacciato ai calanchi stendeva classiche lenzuola da figlio adolescente con disegnati sopra i grattacieli altissimi e un sole irreale, ho pensato che dovremmo cercare lenzuola stampate di poesie e far desiderare ai nostri figli di abitare lì dentro.
Ieri pomeriggio, finito il festival all’alba, Aliano aveva già addosso le scorie di essersi concesso giorno e notte a migliaia di sconosciuti che lo avevano amato per una settimana intera.
I paesi si sentono in colpa quando stanno bene.
(Aliano, 23 agosto 2022)
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